“Il riso nasce nell’acqua e deve morire nel vino”
Sud-est asiatico, circa 10.000 anni fa, piccole piantine di Oryza sativa cominciano a crescere e a colonizzare le terre sub-tropicali di questa regione. Così nasce quello che oggi conosciamo come riso, cereale della famiglia delle Graminacee oggi consumato in tutto il mondo.
India, Cina, Thailandia e Vietnam sono le regioni dove le prime popolazioni di coltivatori iniziarono a domesticare il riso selvatico. Questa piantina era particolarmente adatta a esser trapiantata, poiché le forti piogge monsoniche che interessano queste zone causavano spesso inondazioni dei campi dove il riso cresceva spontaneamente, favorendo così l’adattamento della pianta “agli spostamenti”.
Col passare dei millenni, il riso divenne sempre di più l’alimento base per le popolazioni asiatiche, fino a che, circa 5.000 anni fa, iniziò la sua espansione verso ovest.
Nel mondo classico il riso è stato introdotto all’epoca di Alessandro Magno, ma non come alimento!
Infatti, i Romani utilizzavano questo cereale come medicamento sotto forma di decotto.
Solo nel 1.000 d.C. si è cominciato a coltivare il riso nel bacino del Mediterraneo e la sua esplosione si ebbe intorno alla metà del millennio quando, a causa delle molte carestie ed epidemie si aveva l’esigenza di coltivare un cereale con una resa tale da sfamare il maggior numero di persone possibili.
In Italia il riso trovò terreno fertile per la propria coltivazione nelle regioni del nord, soprattutto in quelle umide e ricche d’acqua della Pianura Padana.
Oggi i maggiori produttori di riso restano i paesi asiatici: Cina, India, Indonesia. L’Italia ha il primato nella produzione europea mentre si piazza al ventiseiesimo posto nella classifica mondiale.
Il primitivo riso selvatico ha poi dato vita a diverse tipologie: dai classici arborio e carnaroli, al riso venere, thai, basmati e biyori, diffuso in tutto il Giappone dove è utilizzato per la preparazione del sushi.
In ogni caso, tutte le tipologie sono accomunate dalla mancanza di glutine, caratteristica che fa del riso un importante cereale nell’ambito dell’alimentazione del celiaco.
A livello nutrizionale, il riso è caratterizzato da un ottimo apporto energetico: una porzione da 80g apporta 265Kcal, per la maggior parte dovute alla quota di carboidrati.
Per quanto riguarda il carico glicemico del riso, molto se ne è parlato.
Sicuramente è un alimento con un indice glicemico medio-alto, ma questo varia moltissimo a seconda delle qualità, se il chicco è integrale o brillato e se viene accompagnato da verdure, in quanto un maggiore apporto di fibra fa diminuire il carico glicemico dell’alimento.
In cucina il riso è estremamente versatile e il suo utilizzo varia, a seconda della cultura e delle tradizioni.
Nei paesi dell’Europa centro-meridionale va a costituire principalmente primi piatti o piatti unici: dalla paella valensiana, al risotto alla milanese, alla paniscia piemontese.
Nei paesi orientali invece è utilizzato come contorno al posto del pane, accompagnando sia pesce sia pollo sia carne rossa.