Sale

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“Voi siete il sale della terra;
ma se il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si potrà render salato?”
Vangelo Secondo Matteo

Tutti noi utilizziamo, chi più chi meno, il sale nelle diverse preparazioni che ogni giorno portiamo in tavola.

Dalla semplice insalata condita con olio, sale e aceto, alle ricette più elaborate, il sale è oggi utilizzato, non solo come metodo di conservazione come anni e anni fa, ma per insaporire ciò che mangiamo.

Parlando di sale, bisogna innanzitutto stabilire un’importante differenza: quella fra sale e sodio. Il comune sale, che troviamo in vendita nei supermercati e che utilizziamo in casa, è composto da cloruro di sodio, NaCl, in cui i due ioni Na+ e Cl- non sono presenti in parti uguali ma si ha una prevalenza di cloro (60%) sul sodio (40%). Quindi ogni grammo di sale conterrà circa 0,4g di sodio e 0,6g di cloro.

Abbiamo bisogno del sale?

Gli alimenti che normalmente consumiamo contengono già di per se una propria quota di sodio. Alcuni esempi: 100g di pomodori da insalata contengono 3mg di sodio, 150g di carne di vitello ne contengono 133,5mg e 180g di salmone 173,4mg.

Se poi consideriamo alcuni snack confezionati come patatine, popcorn, arachidi e crostini vari, l’apporto di sale contenuto in questi cibi sale vertiginosamente.

Assumere sodio attraverso l’alimentazione è necessario per lo svolgimento delle fisiologiche funzioni del nostro organismo, come la trasmissione degli impulsi nervosi e la promozione dei trasporti di nutrienti e sostanze di rifiuto dentro e fuori la cellula. Per svolgere correttamente queste funzioni sarebbe sufficiente pareggiare le perdite giornaliere di questo minerale che normalmente si aggirano intorno a 0,6g.

Qui però arrivano i problemi.

È stato stimato, infatti, che in media in Italia ogni persona consumi in media circa 10g di sale al giorno (11g per gli uomini e 9g per le donne), pari a 4g di sodio, una quantità quasi 10 volte maggiore a quella che sarebbe normalmente necessaria.

Il troppo storpia…

Innumerevoli studi hanno oggi confermato come un consumo eccessivo di sale sia la causa di diverse patologie gravi.

In primis si può andare in contro a ipertensione arteriosa, un aumento della pressione del sangue all’interno dei vasi che, non raramente, causa problematiche cardiache e renali.

Le patologie cardiache interessate sono state viste essere l’infarto del miocardio e l’ictus, le quali possono essere legate al quadro di ipertensione, o insorgere spontaneamente.

È stato poi osservato come un maggior consumo di sale causa un’aumentata escrezione di calcio con le urine. In questo modo il nostro organismo, per mantenere costante il bilancio di questo minerale, sarà costretto ad andarlo a recuperare dalle riserve corporee: le ossa. Secondo questo meccanismo appare chiaro che un eccessivo consumo di sale espone al rischio di osteoporosi e fragilità ossea.

In una parola: ridurre!

Ridurre il consumo di sale nell’alimentazione è quindi di fondamentale importanza, tanto che a oggi numerose sono le campagne di sensibilizzazione riguardo questo argomento.

Anche autorità illustri nel mondo dell’alimentazione sono particolarmente attente a questo argomento.

Uno fra tanti è l’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), il quale nell’elaborare le proprie Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana ha dedicato una speciale attenzione alla riduzione dell’apporto di sale nella dieta.

In questo documento troviamo un’unica raccomandazione generale: ridurre il consumo di sale.

Forse inizialmente ci sembrerà impossibile poiché il nostro palato è ormai assuefatto dai sapori forti e decisi tipici della moderna alimentazione occidentale.

Se procediamo però per gradi riducendo man mano il sale che aggiungiamo ai sughi, alle verdure e a tutte le nostre ricette, riscopriremo i veri sapori di ciò che mangiamo senza fatica e senza rimpianti!

Fondamentale è poi come ci comportiamo nei confronti dei più piccoli. Non aggiungere sale nelle pappe dei neonati, non utilizzare salse e condimenti eccessivi per rendere più appetibili i cibi ai bambini è di estrema importanza, sia per la loro salute che per educarne il palato fin da subito.

Naturalmente non sto suggerendo di arrivare a non salare più l’acqua della pasta! Ma porre più attenzione a come alteriamo il sapore degli alimenti ci aiuterà ad nutrirci meglio e a rimanere in salute.

Molta attenzione va poi posta nella lettura delle etichette: avete mai fatto caso a quanto sale è contenuto nelle patatine, cracker, popcorn ecc…?

Limitarne il consumo è sicuramente una buona scelta, ma se, ancor meglio li preparassimo noi nella cucina di casa?


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