Spesso confusa con la più nota intolleranza al lattosio, l’intolleranza alle proteine del latte è una delle reazioni avverse agli alimenti che più colpisce la popolazione neonatale (0,5-4%). In questo caso sarebbe più corretto parlare di allergia, poiché allergeni quali le lattoglobuline o la caseina innescano una reazione immunitaria, che prevede la produzione di anticorpi e il rilascio di sostanze come l’istamina.
Quando il bambino assume alimenti contenenti questi antigeni, si va in contro a orticarie, dermatiti atopiche, e sintomi gastrointestinali nel giro di poche ore.
Esistono casi in cui queste componenti del latte creano problemi anche negli adulti, magari con sintomi più sfumati fra i quali mal di pancia, nausea, coliche, diarrea o stitichezza.
Intolleranza alle proteine del latte: come regolare la dieta
Escludere dalla dieta solo il latte e i suoi derivati può essere riduttivo e inefficace perché proteine come la caseina sono spesso nascoste anche dove non penseremmo mai. La caseina è una molecola con proprietà coagulanti, utilizzata quindi per rendere più cristallino il vino bianco o il miele. È in oltre utilizzata per favorire la lievitazione del pane rendendola più rapida.
Oltre a escludere gli alimenti in cui tipicamente si può rintracciare la presenza di latte (salse pronte, salumi come il prosciutto cotto, dolci confezionati e caramelle) bisogna porre quindi attenzione a vini bianchi e miele (meglio integrale biologico) farine, surgelati e bevande solubili.
Infine attenzione: chi è allergico o intollerante alle proteine del latte non può considerare innocui tutti i preparati dietetici senza lattosio!